Musicoterapia in Neuroipsichiatria infantile e Autismo

Introduzione alla Musicoterapia in Neuroipsichiatria infantile e Autismo

La terapia musicale può avere un ruolo attivo per i soggetti con disturbi del neurosviluppo e con disturbi psicologici dell’infanzia. Il processo di co-creazione ed elaborazione musicale può condurre a dei risultati attraverso la condivisione di forme vitali in un processo musicale continuo di regolazione delle esperienze affettive e relazionali (Haslbeck, 2014; Stern, 1985). La produzione e la co-costruzione musicale, il canto e l’improvvisazione in una relazione musicoterapica, possono fornire un’elaborazione vitale e contribuire alla pacificazione e stabilizzazione emotiva (Standley, 2002). In riferimento ad alcune tipiche patologie quali il disturbo dello spettro autistico o la sindrome di Rett, alcuni studi (Elefant, 2004) mostrano come la produzione musicale e la musicoterapia promuovano la interazione, favoriscano la comunicazione con l’ambiente circostante e facilitino lo sviluppo di capacità sensoriali, affettive nei soggetti con disabilità neuropsichiatrica. In base alla peculiarità di ogni disturbo, i musicoterapeuti indirizzano i loro interventi in modo specifico sui bisogni del paziente coinvolgendolo attivamente e seguendo un processo che include l’assessment iniziale, il trattamento e la valutazione (Wigram, 2002).

La musicoterapia, in accordo con l’équipe medica, può essere applicata nei seguenti ambiti:

  • Disturbi dello sviluppo psicologico
  • Disturbi dell’apprendimento
  • Disturbi del linguaggio
  • Disturbo dello spettro autistico e 
  • Psicosi nell’età evolutiva
  • Disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa e bulimia in età evolutiva)
  • Depressione nell’infanzia e nell’adolescenza
  • Disturbi della personalità nell’infanzia e nell’adolescenza
  • Disturbi del comportamento, dell’emotività e del funzionamento sociale
  • Disturbo da deficit di attenzione/iperattività
  • Disabilità intellettiva

Musicoterapia e autismo

Il disturbo autistico può essere pensato come un difetto della organizzazione delle strutture cerebrali che sottostanno allo sviluppo delle competenze intersoggettive (Muratori e Maestro, 2007). Diverse ricerche sulle epoche più precoci della vita dei bambini con autismo condotte mediante lo studio dei filmati familiari dimostrano che i deficit intersoggettivi sono tra i primi a manifestarsi; inoltre molti trattamenti hanno come obiettivo il miglioramento di tali competenze intersoggettive, primarie e secondarie.
La musicoterapia può essere intesa come un mezzo per sostenere lo sviluppo intersoggettivo (Trevarthen, 2001). A sostegno di ciò vi è l’osservazione che in soggetti successivamente diagnosticati come autistici, le interazioni intersoggettive nei primi mesi di vita risultano essere dipendenti dal motherese che risulta particolarmente potente nell’attivare momenti intersoggettivi nei bambini con autismo (Muratori, Maestro, 2007). Anche il fenomeno della sintonizzazione affettiva può essere paragonato ad un tema musicale con variazioni, in cui la madre inserisce delle varianti modificando sempre di una certa misura il suo contributo (Stern, 1985). In maniera simile il musicoterapeuta elabora musicalmente i contenuti musicali del bambino, al fine di favorire un processo di espressione e di simbolizzazione (Trevarthen & Daniel, 2005).

E’ stato mostrato che il bambino con autismo mostra un maggior interesse per la musica delle parole rispetto al linguaggio verbale degli adulti. Nei bambini con autismo sembra emergere una sorta di dissociazione tra prosodia e linguaggio, che è stata anche documentata dalla differenza nel processamento di stimoli uditivi quasi-verbali in soggetti con autismo attraverso tecniche di neuroimaging (Lai et al. 2012).
Questa preferenza per la musicalità nell’autismo ha portato al sempre più frequente uso di essa all’interno di molteplici contesti terapeutici. La musicoterapia improvvisativa si propone di interagire partendo da un basso grado di strutturazione degli elementi musicali per permettere di sviluppare forme di interazione e di reciprocità.  La musicoterapia improvvisativa pone al centro della seduta il paziente e la sua possibilità di operare scelte, in modo che per esso sia possibile, in prima persona, una partecipazione attiva alla costruzione del percorso musicale terapeutico (Giusti, 2014).
La relazione musicoterapica con bambini appartenenti allo spettro autistico ci pone di fronte a situazioni problematiche e complesse che possiamo ridurre a due possibili scenari.  Da un lato abbiamo una situazione di estrema frammentarietà e discontinuità. L’impossibilità di fermarsi e mantenere l’attenzione per più di qualche attimo su qualsiasi esperienza, il continuo fuggire dal contatto con qualsiasi oggetto.
In altre situazioni ci possiamo trovare in presenza di una ossessiva ripetizione, monotonia, stereotipia.
Per affrontare questi scenari la musicoterapia offre ritmicità, regolarità assieme a variazione e flessibilità; 

si cerca un collegamento tra uno stato interno e la sua manifestazione esterna, tra affetto e comportamento, tra pensiero e oggetto del pensiero. Sequenze ripetute minimamente variate danno continuità ai gesti e possono riuscire ad attivare un rinvio al passato appena passato che viene ricordato nel momento presente, nel tentativo di dare direzione alla sequenza e fluidità alla relazione (Suvini, 2019).
In tal modo con pazienza, costanza è possibile sviluppare continuità e si possono portare lente trasformazioni e cambiamenti che possono essere considerati un importante contributo alla regolazione interna e intersoggettiva delle persone affette da autismo e quindi favorire la integrazione sociale (Bieleninik, 2017).

Finalità a obiettivi della Musicoterapia in Neuroipsichiatria infantile e Autismo

  • Favorire la espressione e la regolazione delle emozioni
  • Diminuire attività stereotipate e comportamenti ripetitivi
  • Migliorare i tempi di attenzione
  • Aumentare le capacità cognitive 
  • Favorire momenti di reciprocità sociale
  • Migliorare le capacità relazionali e comunicative
  • Favorire un processo di interiorizzazione delle regole

Indicazioni bibliografiche

  • Baron-Cohen, S., (1988) Social and pragmatic deficits in autism: cognitive or affective? Journal Autism Developmental Disorders 18, 379–402. 
  • Bieleninik, L., Geretsegger, M., Mössler, K., Thompson, G., Gattino, G., Elefant, C., Gottfried, T., Igliozzi, R., Muratori, F., Suvini, F., Kim, J., Crawford, M.J., Odell-Miller, H., Oldfield, A., Casey, O., Carpente, J., Grossi, E. & Gold, C. (2017). Effects of Improvisational Music Therapy vs Enhanced Standard Care on Symptom Severity Among Children With Autism Spectrum Disorder The TIME-A Randomized Clinical Trial, JAMA. 
  • Gallese, V. (2006) Intentional attunement: A neurophysiological perspective on social cognition and its disruption in autism. Brain, 1079, 15–24.
  • Gallese, V., Eagle, M.N., & Migone, P. (2007) Intentional attunement: Mirror neurons and the neural underpinnings of interpersonal relations. Journal American Psychoanalytic Association, 55 (1), 131–176.
  • Gerettsegger, M. et al. (2014) Music therapy for people with autism spectrum disorder. Cochrane Database of Systematic Reviews. 
  • Giusti, M. Suvini, F. (2014) Musicoterapia e Autismo. La musicoterapia psicodinamica come terapia dell’intersoggettività.  Firenze Edizioni Maddale e Bruni.
  • Kanner L. (1943) Child psychiatry—mental deficiency. Am J Psychiatry.; 99:608–610.
  • Haslbeck, F., (2014). Creative music therapy with premature infants: An analysis of video footage,
    Nordic Journal of Music Therapy, 23:1, 5-35, DOI:10.1080/08098131.2013.780091.
  • Lai, et al. (2012) Neural systems for speech and song in autism. Brain (2012) 135 (3): 961-975. 
  • Muratori, F., Maestro, S. (2007). “Autism as a downstream effect of primary difficulties in intersubjectivity interacting with abnormal development of brain connectivity”. International Journal for Dialogical Science. Vol. 2, No. 1, 93-118.
  • Standley, J.M. (2002). A meta-analysis of the efficacy of music therapy for premature infants. Journal of Pediatric Nursing, 17(2), 107-113.
  • Stern, D. (1985) Il mondo interpersonale del bambino Edizioni Bollati Boringhieri, Torino.
  • Suvini, F., Apicella, F., Muratori, F. (2017). Music therapy microanalysis of parent-infant interaction in a three months old infant later diagnosed with autism. Health Psychology Report, 5(2), 151 – 161. 
  • Suvini, F.M. (2019). The application of improvisational music therapy in autism. Review. Life Research. 
  • Suvini, F., Cainelli, S., Collavoli, G., Giusti, M., (2019). Musicoterapia e Disturbi dello Spettro Autistico in una prospettiva intersoggettiva. Metodi di intervento nella pratica clinica. AUTISMO e disturbi dello sviluppo Vol. 17, n. 3, ottobre 2019 (pp. 335-363). Trento, Edizioni Erickson. 
  • Trevarthen, C. (2001). Autism, sympathy of motives and music therapy. Enfance, 1, 86–992 
  • Trevarthen, C., & Daniel, S. (2005). Disorganized rhythm and synchrony: early signs of autism and Rett syndrome. Brain and Development, 27, S25-S34.
  • Wigram T. (2002) Indications in music therapy: evidence from assessment that can identify the expectations of music therapy as a treatment for autistic spe trum disorder (ASD): meeting the challenge of evidence based practice. British Journal of Music Therapy.;16:11–28.

 

Rielaborazione da Progetto presentato presso UOC Ospedale Careggi Firenze
a cura di Agostino Longo, Mirko, Maddaleno, Gianni Cipriani e Ferdinando Suvini