Musicoterapia e Anziani

Musicoterapia e anziani: in molti Paesi Europei ed extra Europei, la musicoterapia viene inserita nel piano di cura dei pazienti anziani e in condizioni di demenza senile. La American Accademy of Neurology (2001) ha inserito la musicoterapia nelle sue linee guida con l’idea che l’intervento musicale possa migliorare le attività funzionali e a ridurre i disturbi del comportamento nei pazienti anziani e con demenza (Suzukamo, 2013). È stata dimostrata l’efficacia del trattamento musicoterapico in diversi ambiti clinici che riguardano la terza età come l’Alzheimer, il Parkinson o altri stati di decadimento cognitivo e di demenza senile; in questi contesti l’obiettivo della musicoterapia è quello di migliorare la qualità di vita dell’utente, migliorarne la relazione comunicativa e facilitare la riduzione dei disturbi (Barbera, 2011). Si tratta di un approccio non farmacologico che può essere efficace nel trattamento dei sintomi comportamentali e psichiatrici della demenza (Ridder 2005). Inoltre, le revisioni preliminari della letteratura hanno mostrato effetti positivi dell’uso della musica o della terapia musicale nel trattamento di persone con demenza anche in relazione agli stati di ansia, di agitazione e aggressività, nonché agli aspetti depressivi e alla qualità di vita. Offrendo supporto e facilitando la comunicazione, il musicoterapeuta incontra i bisogni della persona; la qualità della relazione tra paziente e terapeuta, tenendo presente che l’improvvisazione musicale contribuisce alla comparsa di momenti di risonanza affettiva, può portare a benefici e cambiamenti straordinariamente positivi (Coomans, 2016).  La musica, riferendosi contemporaneamente al corpo e alla mente, ed essendo quindi simultaneamente sia fenomeno fisico che stimolo percettivo-sensoriale, rappresenta uno strumento estremamente adeguato al lavoro in ambito geriatrico (McDermott et al. 2013).

Obiettivi specifici

  • Favorire la diminuzione degli stati di ansia e di depressione 
  • Facilitare la condivisione del proprio vissuto e della propria storia personale 
  •  Favorire e stimolare l’espressione e regolazione delle emozioni del soggetto 
  • Attivare la memoria e favorire il recupero di ricordi ed esperienze passate 
  • Migliorare la qualità delle relazioni infra o interpersonali 

Indicazioni bibliografiche

  • Barbera et al. (2011). L’anziano nell’ombra: music therapy and motor activities for rehabilitation in a daycare centre. Giornale di Gerontologia, 2011; 59: 75-80.
  • Coomans, A. (2016). Moments of resonance in Musical improvisation with persons with severe dementia. An interpretative phenomenological study. Aalborg University Press.
  • McDermott et al. (2013). Music therapy in dementia: a narrative synthesis systematic review. International Journal of Geriatric Psychiatry, 28(8), 781-794.
  • Ridder, H. M. (2005). An overview of therapeutic initiatives when working with people suffering from dementia. In D. Aldridge. Music therapy and neurological rehabilitation; Performing health (pp. 61-82). London: Jessica Kingsley Publishers. 
  • Sung, H. C. C. & Chang, A. M. (2005). Use of preferred music to decrease agitated behaviours in older people with dementia: A review of the literature. In: Journal of Clinical Nursing, 14(9), 1133-1140.
  • Suzukamo, et al. (2013). Effects of music therapy on behavioral and psychological symptoms of dementia: A systematic review and meta-analysis. Ageing Research Reviews, 12(2), 628-641.

Rielaborazione di un Progetto presentato presso UOC Ospedale Careggi Firenze
a cura di Agostino Longo, Mirko, Maddaleno, Gianni Cipriani e Ferdinando Suvini