Musicoterapia e Burn-out

Musicoterapia con medici, infermieri, operatori e genitori

Le ricerche e le esperienze di carattere psicologico in ambito sanitario, hanno riportato al centro del dibattito sulla medicina attuale il tema della relazione fra medico e paziente.

Dato che, come afferma Freud “E’ lecito pensare che la volontà di guarire o il desiderio di non morire non siano irrilevanti per l’esito di certi casi gravi e incerti di malattia”, è molto importante che il medico sia in grado di instaurare una relazione con il paziente nella quale quest’ultimo possa sentirsi compreso ed emotivamente contenuto. E’ necessario quindi che il medico sia in grado di padroneggiare al meglio il proprio modo ci comunicare con il paziente, soprattutto a livello del non verbale e del paraverbale, e che sappia comprendere il modo di comunicare del paziente stesso e il contenuto emotivo che esso veicola. In altre parole, è importante che il medico sappia ascoltare il paziente e, prima ancora, che sappia ascoltare se stesso. La capacità di ascoltare, ovvero di aprirsi all’incontro con l’altro dandosi innanzitutto il tempo per farlo e prendendosi il rischio che tale apertura può comportare, ha molto a che fare con la capacità di sapersi ascoltare. E’ un’arte che richiede esercizio e che non si può improvvisare; ascoltare significa ascoltare le parole, la postura, in non detto, l’atmosfera relazionale, i silenzi. Non si tratta di una tecnica che può essere appresa una volta per tutte e quindi applicata così com’è, ma di qualcosa che, per essere efficace, deve continuamente adattarsi e mutare.

Un tipo di ascolto che riesca ad essere incisivo necessita quindi di tempo, di attenzione, di silenzio, per riuscire a creare uno spazio vuoto che possa innanzitutto fungere da contenitore che permetta all’altro di manifestarsi e quindi di essere accolto.

Prevenzioni del Burn-out

Il processo artistico e musicale può essere considerato una via di accesso privilegiata nel processo di elaborazione del mondo interno. L’ arte contiene in sé una potenzialità integrativa e riparatrice (Di Benedetto, 2000).  Questo processo umanizza l’essere umano attraverso l’ascolto dove ascoltare significa sospendere l’azione e privilegiare una posizione recettiva di osservatore.  Le sedute di musicoterapia creano una integrazione dinamica tra corpo, voce, suono, musica e parola. Si tratta di un ambito in cui le esperienze proposte possono portare ad una esplorazione e comprensione del vissuto che integra differenti linguaggi (Mancia, 2004). Sublimare il corpo in parole dare forma mentalizzabile al dolore infinito che l’esperienza del paziente ha in sé e non può ancora essere simbolizzata. Si tratta di esplorare la dimensione corporea, istinti, pulsioni e fantasie inconsce che parlano e oltrepassano qualsiasi sistema simbolico rendendosi presenti ai sensi, nel vivo della propria corporeità (Gaita, 1991).

Musicoterapia per genitori e famiglie

Diverse esperienze testimoniano come la musicoterapia possa assistere e sostenere anche familiari e caregivers negli aspetti del coping, della comunicazione e dell’elaborazione del lutto.  I Genitori possono essere supportati dalla diminuzione del dolore e dell’ansia ed essere di maggiore aiuto al bambino nella accettazione della malattia e sono anche portati a collaborare maggiormente nel lavoro quotidiano dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori ospedalieri (Dileo & Loewy, 2005; Magill, 2009; McFerran, Roberts & O’Grady 2010; O’Callaghan, 2011). 

 

Rielaborazione di un Progetto presentato presso UOC Ospedale Careggi Firenze
a cura di Agostino Longo, Mirko, Maddaleno, Gianni Cipriani e Ferdinando Suvini